Convento delle Milizie (2018-2019)
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- Tipologia: Edificio Monumentale
- Intervento: Restauro e valorizzazione
- Ubicazione: Scicli (RG)
- Committente: Comune di Scicli
- Anno: 2018-2019
L’oggetto dell’incarico in affidamento riguarda la progettazione definitiva ed esecutiva finalizzata alla esecuzione del restauro del Convento delle Milizie oltre alla sua valorizzazione e quella delle aree limitrofe.L’immobile è posto a Nord della borgata di Donnalucata, frazione del Comune di Scicli, nell’omonima contrada, sulla parte sommitale di un dolce pendio che scende fino alla costa. Si tratta di uno dei borghi rurali più antichi dell’abitato sciclitano, individuato al foglio 74 p.lla 55 sub 1.
Il contesto è caratterizzato da un’aggregazione di fabbricati rurali parte dei quali ancora in uso per attività residenziali e produttive legate alla tradizione agricola, casearia ed allevamento locale.
Dal punto di vista paesaggistico la contrada offre tra i panorami della costa più ampi e suggestivi. Il sito è interessato da una rete viaria storica che parte dal centro abitato di Scicli e raggiunge l’aggregato sviluppandosi lungo le pendici della “cava” del torrente Modica – Scicli, oltre alla viabilità storica lastricata che scende diretta verso valle fino alla borgata di Donnalucata.
Descrizione dell’organismo architettonico
Il convento e chiesa delle Milizie, originariamente, come descritto nei cenni storici, presentava una organizzazione distributiva tipica dei conventi del XV-XVI secolo. Le vicissitudini storico-sociali hanno fatto sì che, l’organismo architettonico della chiesa e del convento, fosse oggetto di compravendita tra privati, tali da smembrare e limitare, in maniera considerevole, l’assetto originario dell’organismo architettonico.
L’attuale assetto, consente di poter usufruire del cortile di ingresso, della chiesa, di un piccolo ambiente destinato a sagrestia, posto a Sud Est, e della scala elicoidale in pietra, per l’accesso alla tore campanaria.
L’ingresso principale alla chiesa, rivolto a Sud, immette alla navata unica con abside ad Est e, sul lato opposto il nartece, che conduce alla scala elicoidale in pietra, che conduce alla torre campanaria. Di fronte l’ingresso, un altare ricavato.
La navata è coperta da una volta a botte lunettata, in cui trovano spazio le finestre che danno luce all’interno. La navata è scandita da paraste, la cui configurazione degli elementi, riconduce allo stile tardo-barocco, in linea con la ricostruzione avvenuta nel 1721-22, ovvero dopo il terremoto del 1693. L’ordine architettonico che contraddistingue gli elementi dell’appartato decorativo, è di tipo corinzio, con capitelli a base rettangolare, con foglie d’acanto che sorreggono delle volute, con al centro un piccolo putto. Il cornicione, soprastante le paraste appena descritte, si presenta molto articolato, con numerose elementi, che ne determinano una altezza considerevole, dando forza allo spazio interno. Il claristorio, con le finestre poste in asse con la mezzeria delle lunette, è scandito anche da podi da cui si dipartono le lunette della volta. L’impianto presenta anche un coro posto nella zona antistante la scala di accesso alla torre campanaria, anche se non accessibile, a seguito della frammentazione dell’intero organismo architettonico.
L’abside, è coperto da una volta semisferica, raccordata da trombe, poste solo nel lato rivolto verso la navata, grazie alla conformazione dell’abside semicircolare. Sulla parete Nord, è posta un vano murario che consente di illuminare, seppur limitatamente, lo spazio. A sud, un porta conduce verso la sagrestia, coperta con una volta a crociera.
Obiettivi dell’intervento
L’intervento è mirato al restauro, riqualificazione e valorizzazione del bene culturale (Convento delle Milizie), attualmente vincolato con D.D.S. n° 1928 del 19.10.11. Dall’analisi storica, si evince che la chiesa, dedicata alla Madonna delle Milizie, ha dato il nome alla contrada in cui è ubicata, e diventato baricentro della stessa, considerando l’elevato valore sociale dato ala regione nei secoli passati, oltre alla particolare devozione popolare della contrada e di tutta la città di Scicli, verso la Santa. A far emergere e consolidare la particolare e forte presenza del culto nel borgo rurale, come anche in tutto il Comune di Scicli, è la presenza di percorsi storici presenti, oggi particolarmente degradati, che da Scicli e da Donnalucata (frazione del comune) portano al Convento delle Milizie. Il percorso che da Scicli andava verso il convento, attraversava il torrente Santa Maria la Nova, per costeggiarlo per circa 1,300 km, per poi inerpicarsi sul fianco della collina che delimita il bacino del torrente, per circa 500 mt, e raggiungere l’attuale strada Provinciale 95, fino ad arrivare al convento. Il percorso si presenta rimaneggiato, sia per la particolare conformazione, ma soprattutto per l’orografia del contesto in cui si staglia: si riscontrano numerosi tratti in cui si sono verificati delle limitate frane dei terrapieni che nel delimitano la sede; inoltre gran parte della pavimentazione, e nella fattispecie gli scalini realizzati in pietra locale per il superamento dei dislivelli, sono stati divelti dalle piogge, oltre alla presenza costante di arbusti e vegetazione spontanea, che ne intralcia la percorrenza.
Sulla scorta di quanto descritto, l’intenzione, del soggetto proponente e dei progettisti, è quello di: 3.1.Determinare ed eliminare le cause del degrado in corso. La mancata manutenzione nel tempo dell’organismo architettonico, ha innescato una serie di degradi tali da pregiudicare gran parte degli elementi costruttivi e decorativi dell’organismo architettonico, con la conseguenza di gran parte della materia lapidea. L’intervento mira all’individuazione delle cause che hanno innescato i processi di degrado, intervento su di esse, ed eliminando le stesse, in modo da preservare tutti gli elementi costruttivi e decorativi.
3.2.Riqualificare gli spazi afferenti l’organismo architettonico. Si tratta della zona antistante il portico di ingresso, ovvero l’atrio scoperto. Tale spazio, offre una particolare percezione del complesso architettonico in esame, oggetto dell’intervento progettato: infatti grazie alla posizione baricentrica rispetto al complesso archittetonico, censente di poter leggere la storia e l’evoluzione dello stesso durante il corso dei secoli. Da un lato l’architettura normanna, con la vista della torre campanaria, e dall’altra, le stratificazioni storiche. Essendo il fulcro dell’organismo architettonico nel suo complesso, si prevede il rifacimento della pavimentazione, ormai scomparsa, e la predisposizone di alloggiamenti, ricavati nella pavimentazione, che garantiranno la possibilità di installazioni temporanee, di mostre e piccole fiere di degustazioni di prodotti tipici della filiera produttiva della contrada.
3.3.Rendere fruibile il bene.
3.4.Effettuare una serie di interventi, al fine di conservare e restaurare gli apparati lapidei e decorativi. Il fine di tale intervento, è quello di ottenere un lettura uniforme, del complesso architettonico.
3.5.Elevare l’intero organismo architettonico a punto nevralgico e baricentrico rispetto alla contrada. La posizione baricentrica dell’organismo architettonico, rispetto alla contrada delle Milizie, consente di fare una serie di analisi quali-quantitive, sia in termini di utenza locale, che di flussi turistici. Pertanto, attuando tutti gli interventi sopra descritti, si otterrà un ulteriore risultato indotto, ovvero elevare il complesso architettonico, a punto baricentro rispetto alla contrada, e quindi anche luogo di aggregazione religiosa settimanale, oltre a punto nevralgico turistico.
3.6.Riqualificare e rendere fruibili i percorsi storici. La presenza dei percorsi storici, con la relativa sistemazione e manutenzione degli stessi, è il valore aggiunto al progetto, sia per diversificare l’offerta turistica, rendendola varia nella sua particolare fruizione, sia per l’alta valenza socio-culutrale-antropologica, restituendo alla città dei percorsi che un tempo, nel giorno della festa della Madonna delle Milizie, moltissimi locali percorrevano lo storico percorso a piedi.
3.7.Valorizzare il bene, dando la corretta e giusta collocazione del bene all’interno di percorsi turistici, esaltandone l’elevato valore storico e documentale. Dalla ricerca storica condotta da storici locali, si evince che la valenza storica del bene è di enorme importanza, in quanto la torre campanaria risulta essere un documento-monumento storico con pochi eguali nel circondario, essendo di edificazione normanna (1091 circa), come torre di avvistamento. In tal senso, nel territorio del Val di Noto, ma nella fattispecie nei territori a SUD-EST, non si riscontrano molte architetture normanne, in quanto il terremoto del 1693, rase al suo gran parte delle architetture edificate durante la dominazione normanna e aragonese dopo, motivo per cui tale bene va valorizzato.
3.8.Esaltare la connotazione rurale del bene, rispetto alla contrada ed al contesto circostante di grande valore ambientale e naturalistico.
3.9.Trasformare il bene storico-artistico-culturale, in volano economico ed occupazionale, promuovendo il carattere rurale della contrada. Tale aspetto, di fondamentale importanza per la salvaguardia del bene nel tempo, sarà il risultato di tutte le componenti messe in atto precedentemente. Tali processi consentiranno di poter rendere il bene volano economico e occupazionale.